Ragazza madre chi è? E consigli pratici!

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Ovvero: una donna con le palle.Ragazza madre – Se in passato il termine “ragazza madre” indicava una sfortunata ragazza rimasta incita fuori dal sacro recinto del matrimonio, ed in certo qual modo “perduta”, oggi le cose sono un po’ cambiate.

Non è che siano scomparsi i casi di ragazze, o donne, rimaste incinte ed abbandonate dal compagno, purtroppo. Ma quantomeno ci sono più paracaduti a disposizione. Si può e si deve, per diritto civile, essere assistite ed informate in merito a tutti i supporti previsti. Questo sia nel caso in cui si goda del supporto della famiglia d’origine, sia che ci si trovi nelle condizioni o si scelga di affrontare tutto da sole.

In ogni caso le “ragazze madri” sono donne che, davvero, finiscono per  “tirar fuori le palle”. Donne che devono fare scelte difficili, talvolta da sole. Donne di tutti i tipi che affrontano la medesima sfida.

Un figlio all’improvviso, prendere o lasciare?

Il generarsi di una nuova vita implica la messa in gioco di ingenti energie opposte e complementari. Quando “si cerca” la magia è inebriante. Quando non si cerca ma “capita” per una donna innamorata è comunque esaltante. Può dar delle vertigini per le mille domande che si generano assieme alla nuova vita, ma si confida nell’aiuto del compagno. Ed è proprio nei casi in cui questo compagno si chiama fuori che una donna, quale che sia la sua età, diventa una ragazza madre.

Che sia giovane o meno giovane, una donna che si ritrovi privata dell’appoggio del compagno è più fragile ed insicura. Una ragazza madre bisognosa di opportuno supporto  per discernere tra molteplici possibilità. Scegliere di lasciar spazio a questa nuova vita che si genera o no. Scegliere di tenersi la creatura con sè o preferire darla in adozione. Quale che sia la strada che si scelga, sono tutti percorsi ardui e faticosi, grosse sfide da affrontare.

Ragazza madre: quali agevolazioni e che aiuti?

Cominciamo dai diritti. La legge italiana riconosce ad una ragazza madre tre importanti diritti:

  • il diritto alla scelta sul riconoscimento;
  • all’informazione;
  • al segreto del parto.

È fondamentale ricordarsene e pretenderne l’applicazione. Per quanto riguarda l’aspetto più prettamente economico vi sono diversi ausili di cui poter fruire: aiuti statali, comunali ed il bonus bebè calcolato in base all’ISEE. Ogni comune italiano ha una sua specifica sezione per i Servizi Sociali preposta a fornire maggiori informazioni in tal senso. Per quella ragazza madre che preferisse  essere accompagnata nel suo percorso in maniera più articolata, esistono in tutta Italia i cosiddetti “Centri di Aiuto alla Vita”  . Presso il C.A.V. più vicino alla propria residenza, troverete un team di volontari in grado di assistervi sotto molteplici punti di vista. Dall’aiuto più pratico ed immediato a mezzo di fornitura carrozzine, abitini, biberon ed attrezzi vari (rigorosamente donati ed opportunamente disinfettati), all’assistenza in ambito civico e legale. Un utilissima opzione multitasking.

E se un figlio lo si sceglie?

Oltre ai casi in cui una donna si ritrovi privata dell’appoggio di un compagno, vi sono anche i casi in cui una donna sceglie deliberatamente di generare una vita senza l’aiuto di un compagno. Belgio, Regno Unito, Danimarca, Grecia e Spagna sono gli stati europei dove si può ricevere consulenza medica ed assistenza rispetto ai servizi specifici del caso. Senza necessariamente andare all’estero, ci sono donne che scelgono di organizzarsi autonomamente per trovare il “donatore” necessario.

In questo caso il termine “ragazza madre” non è poi così calzante. Anche perché spesso, più che di ragazze, si tratta di donne in carriera ben coscienti di ciò che vogliono e degli oneri cui vanno incontro. Donne che, per le più svariate ragioni, decidono che vogliono avere un figlio restando single e si adoperano per ottenerlo. Basta trovare il giusto portatore dell’elemento mancante ed il gioco è fatto. Più che “ragazza madre” questa è una donna che sceglie di essere madre.

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